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Il risultato dei
vari giudizi era "scontato", riflettendo freddamente sui vari
fatti accaduti, la logicità degli eventi aveva un fine ben preciso : trovare
un capro espiatorio e quindi un colpevole per coprire delle precise colpe e
responsabilità, non dimenticando poi il fatto di aver osato a denunciare un
giudice ed un poliziotto per il loro falsi ideologici ed in atto pubblico,
quindi la difesa di "casta" ad oltranza facendo pesare la
demagogia del potere in ogni atto posto in essere, e l'accanimento nei miei
confronti non cessò affatto anzi proseguì imperterrito in altre fasi
procedurali. Il processo mediatico s'era concluso così come era stato ordito,
nulla e niente avrebbe fatto cambiare il risultato già stabilito dal potere
occulto. Il mio collegio di difesa inizialmente fu organizzato con l’Avv.
Patricia Cohen, che aveva collaborato lungamente con lo Studio, insieme
all’Avv. Piero Piano del foro di Genova, con una costante
collaborazione professionale, poi l’Avv. Maurizio Mascia, del foro di Genova,
penalista amico e professionista . Al fine di dare un
maggior peso e coordino alla difesa, nominai l’Avv. Patricia Rey del Foro di
Monaco, ma ebbi solo un incontro poi, per ragioni a me sconosciute, la stessa
abbandonò d’assistermi. Su segnalazione di amici di famiglia, visto
l’evolversi dei fatti, fu nominato l’Avv. Michel Cardix del foro di Nizza,
professionista molto conosciuto nell’ambiente giudiziario con forte carisma,
purtroppo la sua assistenza era per me troppo evanescente viste le condizioni
d’urgenza ad intervenire con fermezza. Una prima ristruttura al collegio di
difesa fu fatta, nominando l’Avv. José Maria Bertozzi del foro di Nizza,
presentatoci da cari amici di famiglia il Marco Capitini e la Patrizia
Rossino, revocando il mandato all’Avv. Michel Cardix A., questo punto avevo come
legali gli Avvocati Cohen, Piano, Mascia e Bertozzi ; ma qualcosa strideva si
sentita palpabile un conflitto tra gli stessi e la mancanza di un coordino
alle varie procedure che stavano prendendo via via consistenza. Dopo lunghe
riflessioni revocai il mandato per la scoperta della grettezza dell’Avv. Piano e
delle sue commistioni oltre a grossolani errori e non per ultimo il suo nicodemismo a prendere le sue responsabilità, revocai il suo
mandato. Quindi la parte più importante é stata seguita ed assistita dall'Avvocato
Bertozzi J.M., ma purtroppo impotente davanti a
tante storture di merito e procedurali, una vera e propria lotta sullo stile
inquisitivo usando ogni mezzo anche illecito. Nella fase finale, nominai
l’Avv. Guido Felici del foro di San Remo, per seguire la parte civilistica e
dare un supporto alla parte penale. Con l’Avv. Bertozzi si era proceduto alle varie
udienze sino alla requisitoria finale, lottando contro tutte le malversazioni
e mistificazioni che via via apparivano negli atti procedurali, dandoci la
certezza che tutto era organizzato e creato ad arte. Anche perché il
teorema della giustizia « francese » nel Principato si era basato
di arrestarmi e mettermi in stato di detenzione, cercare poi le prove
anche le più fantasiose, per poi confezionare un giudizio che esulava da
ogni logica giuridica. Alle udienze solo l'Avv. Bertozzi poteva parlare. l'Avv. Felici, anche aveva richiesto l'autorizzazione non
poté profferire un verbo, norme procedurali locali limitative al diritto
di difesa.
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Un nota per gli avvocati penalisti, che non riescono a capire
il bisogno estremo di notizie, si vive ore su ore in attesa, nella costrizione
dove tutto é negazione, due ore d’aria al giorno, apertura delle celle
limitata, ridotte le attività di socializzazione con gli altri detenuti,
colloqui in condizioni disumane come il famigerato 41bis, con un costante senso di fame
e senza più la propria identità. Quei momenti
di colloquio sono la speranza che tiene in vita a chi crede ancora in un
qualcosa che si vuol credere : « la giustizia » !