- Ormai prendendo atto che tale "recita"
del I° Grado, era stata rappresentata come un piece teatrale, con anche
delle battute sarcastiche tipo : che alla richiesta del S.P. Auter D. di
cinque anni la Corte ne aveva dati solo quattro ! oppure "che poteva
finire peggio per il riciclaggio" quando per questo capo d'imputazione ne
ero stato assolto con il "non luogo a procedere". Una cosa era
certa, davanti alla requisitoria dell'Avv. Bertozzi J.M. nella quale oltre
a citare differenti precedenti giurisprudenziali in materia e le "prove
documentali", la Corte non ne aveva tenuto alcun conto e ne tanto meno
risposto anzi aveva continuato sullo lo spartito del G.I. Hullin J.C. e
del Tiberti G., avallando senza ritegno il tutto. A questo punto sorgeva
un grosso dubbio sulla documentazione presentata, difatti il D 268
pertinente la Rogatoria Internazionale effettuata a Roma, si rilevava che
il Tiberti si era recato a Roma ben 5 volte il 11/9, 3/7, 14-15/10, 16/10
e 13/11; riportando delle "fotocopie" che non furono
ritrovate in atti, ma solo al D269/D270 solo 24 pagine della
procedura del Giudice Sereni A.?. Qualcosa non quadrava, visti i
precedenti falsi ideologici ed in atti, era evidente di non fidarsi e
verificare, il 31 Luglio 2002 veniva fatta a richiesta alla Procura di
Roma di ottenere il dossier relativo al procedimento penale nr.29223/99
R.G. PM e 20668/99 R.G. GIP, nei confronti del Testa M. ed altri tre. Il
primo agosto 2002 venivano ritirati 12 fascicoli per oltre 1.300 pagine !!
contro le 24 presentate nel processo, la prova inconfutabile delle
omissioni e manipolazioni della verità fattuale e documentale, ma
non solo ciò: il falso in atto pubblico del Tiberti G. relativo ad
una informativa della D.I.A. a Roma ed il falso in atto pubblico del G.I.
Hullin J.C. relativo ad una mia presunta prestazione di servizi al Testa
M.; la lettera inviata dalla Banca di Roma al Credit Foncier di Monaco del
20 Gennaio 1999 (dopo preavviso telefonico del 19/01/1999) che li avvisava
della truffa subita (omessa nella risposta del 17/11/200 che il C.F.M.
diede all'Ispettore Van De Corput A.); oltre a conoscere finalmente come
era stata perpetrata la truffa ai danni della Banca di Roma e chi ne erano
gli autori. A questo punto ogni dubbio si scioglieva ed era chiaro come la
luce del sole che il processo era solo per trovare un capro espiatorio con
un nome eccellente per coprire delle precise responsabilità, suonava
quanto mai sinistro quanto scritto dal G.I. Duchaine C. in merito alle
banche ed ai banchieri : "Gli intoccabili".
- Nella speranza che ancora vi fossero dei
margini di "Giustizia",
si cominciò a predisporre la requisitoria dell'Appello, forti della
documentazione acquisita e della giurisprudenza costante in materia, si
cominciò la stesura della requisitoria, difatti ad una prima presentazione
di ben 23 pagine, se ne presentò una integrativa di 8 pagine ed una
memoria di 77 pagine, per un totale di ben 108 pagine
supportate dalla documentazione ; si aveva completamente smontato il
dispositivo di sentenza del I° Grado in ogni suo punto dimostrando senza
ombra di dubbio i vari errori, omissioni e falsi perpetrati. Mi fu
riportato un aneddoto che ad una cena, un magistrato francese disse che sul mio caso si sarebbe fatta giurisprudenza ! se fosse stato vero
si avrebbe avuto una legittimazione alla verità e giustizia, ma purtroppo
era totalmente infondato perchè faceva parte del disegno costruito
dall'Hullin e Tiberti.